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Anche oggi e per l’ennesima volta siamo di fronte al blocco del sistema che permette ai medici di caricare le ricette e alle farmacie di riceverle, prenderle in carico ed erogarle. Che sia il SAC (sistema di accoglienza centrale) o il SAR (sistema di accoglienza regionale) quasi ogni giorno i farmacisti sono costretti a fare i salti mortali per giustificare ai cittadini disfunzioni che non dipendono da loro. Infatti, chi ne fa le spese sono i pazienti costretti a tornare in farmacia più volte per avere il farmaco che gli spetta e le farmacie che, operando da front office del sistema sanitario, non possono far altro che metterci la faccia.

“Il 15 gennaio scorso è stato pubblicato il Decreto Ministeriale per la dematerializzazione dei farmaci non a carico del Servizio Sanitario Nazionale soggetti a ricetta medica ma, se questi sono i risultati del digitale, due sono le soluzioni: o si rende sicuro il sistema creando infrastrutture di supporto oppure si ritorni al cartaceo. Ma, considerando che la particolare situazione venutasi a creare col Covid19 e il buon senso non consentono di tornare indietro, chiediamo a gran voce che si metta mano ad un sistema che rivela giorno dopo giorno le sue enormi falle” dichiara il presidente di FarmacieUnite Franco Muschietti.

E’ una situazione che prosegue da anni, nota a chi dovrebbe porvi rimedio ma non si vede via di soluzione: non si hanno risposte certe né sulla soluzione definitiva dei problemi che causano i blocchi del sistema nè sulle tempistiche di risoluzione del blocco specifico.

E i farmacisti sono stanchi di essere oberati da oneri burocratici continui e doversi quotidianamente scontrare con disservizi informatici che sembrano ormai anacronistici.

Considerando il periodo di sperimentazione, sono circa 8 anni che il sistema di gestione delle ricette elettroniche è in esercizio e non ha ancora raggiunto un grado di stabilità accettabile.

Quanto tempo dovremo ancora aspettare per avere un sistema stabile e sicuro?

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